Si licenzia via fax nell'era della new economy

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Questa è la storia di una di quelle aziende che concorre alla formazione del Prodotto Interno Lordo. Che concorreva almeno…

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L’azienda è ramo di una multinazionale americana, si chiama Jabil. Il benservito per i 325 dipendenti della Jabil di Cassina de’ Pecchi arriva il 28 settembre nella maniera più fredda e arida possibile: via fax.

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Parliamo della Jabil intanto. La sede italiana si trova a Cassina de’ Pecchi in provincia di Milano, nel “ricco nord”. Sono passati oltre 4 anni dalla joint venture tra Nokia e Siemens che ha dato vita a Nokia Siemens Networks Italia (NSN).

In questo lasso di tempo, tra incentivi all’esodo, mobilità, cessione delle produzioni (700/800 persone) e di attività definite dall’azienda non strategiche, 2000 lavoratori sono stati espulsi, esternalizzati o ceduti dall’azienda i dipendenti quindi sono passati da 3000 agli attuali 1000. Fino all’epilogo per i 325 dipendenti. Una fine che rischiano di fare anche i 500 dipendenti della Nokia, stesso stabilimento, che venerdì scorso ha tolto le insegne dall’ingresso. Dichiarano dal sindacato «Un segnale che sembra preludere al suo disimpegno nel settore dei ponti radio prodotti proprio da Jabil»

Ci dichiara Anna Lisa, una delle dipendenti: “Eravamo abituati a poter proporre le nostre idee, a dare i nostri consigli ad essere presi in considerazione ora da 4anni siamo stati messi nell’angolo ,con la paura di poterci esprimere liberamente e chi ha avuto il coraggio di farlo ha duramente pagato la sua voglia e il suo amore per la verità finendo in qualche stanzina isolato dal resto del mondo ma questa è un’altra storia. Inutile (o forse no) specificare che alla mia età si è troppo giovane
per andare in pensione ma anche troppo vecchia per cercare un lavoro. Inutile sottolineare che tutto il nostro settore è in crisi più totale, inutile far notare che la crisi mondiale che stiamo vivendo non migliora di certo le cose.”

Nel 2007 lo stabilimento contava circa 1200 dipendenti e produceva più del 20% del consumo mondiale dei Ponti Radio (MicroWave), immettendo annualmente sul mercato nuovi prodotti o nuovi aggiornamenti di prodotto. Costituendo di fatto una vera forza vendita specifica MicroWave rispetto a quella generica del gruppo Nokia Siemens Networks. C’era all’interno tutta la filiera : progettazione, prototipazione , produzione, vendita e manutenzione.

Ufficialmente NSN indica quello di Cassina de’ Pecchi come sito di riferimento mondiale per il MicroWave. Intanto a seguito di una durissima vertenza che ha visto i dipendenti nettamente contrari alla cessione (o outsourcing) delle produzioni, operazione decisiva per la rottura della ”catena del valore” che avrebbe messo in discussione la tenuta complessiva dell’azienda, è stata raggiunta un’intesa presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri con la quale:

  • NSN si impegnava a mantenere in piena attività i siti italiani, a mantenere e potenziare la Ricerca e Sviluppo, a garantirne l’occupazione ed ad affidare a Jabil (multinazionale Americana acquisitrice dei reparti produttivi i nuovi prodotti e le nuove prototipazioni;
  • Jabil si impegnava a garantire i livelli occupazionali e il mantenimento e il rilancio industriale dei siti attraverso la ricerca di nuovi clienti.

Ma già da fine 2008, in totale spregio di ogni accordo al tavolo delle trattative col Governo,  NSN ha iniziato ha ridurre la propria presenza, attraverso il ricorso sistematico agli esodi “spontanei” incentivati ed operazioni di cessione di rami d’azienda.

A metà 2010 Jabil vende a Competence (società del fondo Mercatech) i siti produttivi italiani totalizzando purtroppo in soli 7 mesi ben 70 milioni di euro di debiti. A seguito dell’udienza del Tribunale di Milano che avrebbe dovuto sancire lo stato di insolvenza di Competence con la conseguente messa in amministrazione straordinaria; Jabil inaspettatamente ritorna proprietaria dell’intero pacchetto azionario di Competence.

La scelta della multinazionale di cedere le produzioni, scorporare parti considerate non strategiche, smantellare la forza di vendita specifica, trasferire parte della ricerca a Shangai, non avviare ricerche per nuovi prodotti, cancellerà un patrimonio industriale e professionale che per oltre mezzo secolo ha portato Jabil Italia ad essere leader mondiale del mercato delle telecomunicazioni.

A Cassina ci sono ancora le competenze per ritornare sul mercato Microwave a pieno titolo, purché la multinazionale compia scelte diverse che passino dal rilancio di nuovi prodotti atti a restituire capacità produttiva a tutte le società presenti nel sito e dalla ripresa dei rapporti con l’università e con il territorio, recuperando la ricerca e sviluppo proprio sui nuovi progetti strategici riprendendo così un ruolo nel settore delle telecomunicazioni a livello mondiale.

Ricordiamo che anche rispetto agli investimenti Governativi su “digital device” e banda larga, la tecnologia dei ponti radio sviluppata e prodotta a Cassina de’ Pecchi può integrare le connessioni in fibra ottica in zone disagiate del nostro paese (montagne, colline, zone isolate) limitando drasticamente i costi delle connessioni. Ricordiamo inoltre che i ponti radio restano tecnologia fondamentale nella gestione delle emergenze.

Ci dice ancora, amareggiata, Anna Lisa: “Non sarà un bel Natale questo per noi, non sarà un bel Natale perché come regalo abbiamo ricevuto il licenziamento ma ci siamo stretti in un abbraccio, abbiamo unito le nostre grida silenziose ed abbiamo creato un presidio permanente da da 4 mesi ci vede coinvolti a pieno regime. Abbiamo e stiamo cercando di tutelare solo il nostro posto di lavoro ed intanto che le lancette dell’orologio girano ed i giorni passano stiamo attendendo il 12 dicembre che sarà il giorno che vedrà tutti noi lavoratori ricevere le lettere di licenziamento, stiamo cercando di non restare nell’ombra, di non piegarci”.

Per far questo i dipendenti hanno anche creato una pagina Facebook per far conoscere al mondo la vicenda e provare a trovare insieme soluzioni.

Noi de “La Voce dell’Isola”, coscienti del dramma che non è di 325 singoli ma di qualsiasi cittadino diamo sostegno ai 325 dipendenti di Jabil e di qualsiasi altra realtà che in questa new economy continua a trattare l’umanità come semplice “numero”.

Luigi Asero

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